Dopo i fatti di via Padova, verso il Primo marzo 2010: la proposta di Convergenza delle Culture
Gli episodi avvenuti sabato 13 febbraio in via Padova a seguito della tragica morte di Hamed Mamoud El Fayed Adou, ci ricordano fin troppo da vicino altri episodi di violenza avvenuti negli anni passati, sempre nelle periferie milanesi.
Azioni di “violenza di gruppo” tra italiani e migranti, e prima ancora tra italiani e italiani, sono da tempo connaturati alle periferie ghetto, costruite allo scopo di isolare e nascondere alla “Milano bene” i nuovi cittadini. La mancanza di strutture e servizi, le condizioni di vita precarie e il degrado creano polveriere pronte a esplodere alla prima scintilla.
L’abbiamo già visto in via Salomone e al Corvetto negli anni passati, e prima ancora in comasina, a Ponte Lambro, a Quarto Ogggiaro. L’isolamento e l’abbandono creano barriere al dialogo e alla costruzione di un mondo più vivibile.
Siamo convinti che nel cuore di ogni cultura si trova la strada della violenza ma anche del superamento di quella stessa violenza. Per poter avanzare nella costruzione di un mondo più vivibile, a cui profondamente aspirano migranti e italiani, è oggi più che mai necessario far leva su ciò che di tollerante e nonviolento esiste in ogni cultura.
Per questo i gruppi di base di Milano di Convergenza delle Culture promuovono e invitano con rinnovato vigore al movimento Primo marzo 2010, 24 ore senza di noi, lo sciopero dei migranti e dei consumi come forme di protesta pacifica e nonviolenta affinchè il tema immigrazione venga finalmente affrontato dal punto di vista della costruzione di una nuova convivenza e non come emergenza sociale.